JUMO 213A
Naturalmente date le premesse, non potevo farmi sfuggire il meraviglioso set di dettaglio AIRES 2019. Nonostante avessi già a disposizione il set di Jerry Rutman, non appena ho avuto tra le mani questo piccolo gioiellino non ho avuto dubbi. Ho iniziato a montare il motore e nonostante qualche difficoltà interpretativa delle istruzioni, non sempre chiarissime, con l'aiuto dell'abbondante iconografia presente su internet, in breve ho raggiunto un discreto risultato.

Successivamente con dei piccoli segmenti di filo di ottone ho ricreato i cavi di accensione che si trovano nella parte inferiore delle due bancate motore. Il tutto poi è stato verniciato utilizzando il colore alluminium dell'Aclad. Come si può vedere dalle immagini questa splendida vernice dà al motore un aspetto molto realistico e può essere utilizzata come base per una successiva brunitura, che ho effettuato durante la fase dell'invecchiamento, ottenuta mediante la ripetuta apllicazione di velature di piccole quantità di pigmenti ad olio estremamente diluiti.
La parte superiore del motore e la sezione dei tubi di scarico è stata dipinta utilizzando un Gun metal della Tamyia, un colore che io amo molto e che spesso utilizzo la posto dei vari neri assoluti. Una volta che il motore è stato assemblato del tutto, verniciato ed invecchiato adeguatamente ho provveduto all'assemblaggio con la fusoliera. Qui naturalmente sono niziati i veri dolori. Allineare tutto è stato veramente molto difficile e l'operazione ha richiesto

molta pazienza. In particolare l'allllineamento del motore rispetto alla fusoliera e al radatore circolare anteriore è stato molto complesso. Ma la cosa veramente impossibile è fare sorreggere l'intero motore dal relativo cestello di sostegno che dovrebbe vincolarlo alla fusoliera. Devo dire che ho passato diversi giorni a fare tentativi su tentativi, ottenendo alla fine l'unico ristato di spezzare anche uno dei bracci laterali del cestello stesso. Alla fine, come si può vedere dalle immagini qui a fianco, ho optato per il metodo più drastico: un bel perno di rame che penetrando per un centimetro sia nel blocco motore che nella fusoliera ha saldato le due parti. Alla fine grazie alla flessibilità del rame sono riuscito, tra l'altro, anche ad allineare perfettamente le due sezioni.

L'asterisco indica il perno di fissaggio tra il motore e la fusoliera

Il risultato definitivo dell'assemblaggio e l'effettivo allineamento tra la sezione motore e la fusoliera

Per il montaggio del cofano motore superiore e quello del grosso radiatore circolare ho utilizzato i pezzi delle stampate originali eseguendo però un sostanziale alleggerimento delle sezioni per raggiungere le giuste proporzioni imposte dalla scala. A questo punto sono passato alla fase successiva della verniciatura.

YELLOW 11

La mimetica scelta per questo modello è quella relativa ad un velivolo dello JG2/II di stanza a Stockheim e denominato in codice Yellow11. La mia scelta è stata dettata dal fatto che questo aereo è dotato di una livrea molto originale. Come si può vedere dallo schema in alto, alcune parti della fusoliera di Yellow 11 provengono dalla cannibalizzazione di altri velivoli; una pratica resa necessaria nella fase finale del conflitto dalla scarsità o totale assenza dei pezzi di ricambio. Questo naturalmente creava delle mimetiche "ibride" e quindi anche molto interesanti. Come si può notare, sicuramente sia il cofano del vano mitragliatrici, quello del blocco motore che quello del radiatore anulare provengono da altri velivoli. Per la colorazione del modello ho utilizzato esclusivamente vernici della GUNZE.. La superficie inferiore delle ali è in gran parte lasciata in metallo naturale, con la porzione anteriore in RLM 75. Sempre inferiormente, le parti mobili delle ali, la fusoliera ed i piani di coda sono in RLM 76. Superiormente troviamo un classico splinter in RLM 75/83 ed un RLM 81 attorno alla zona dall'abitacolo. Una volta che il modello è stato verniciato ho preparato la superficie per la posa delle decals. Dopo aver atteso alcuni giorni per lasciare stabilizzare la vernice acrilica, ho aerografato diverse mani di FUTURE che hanno creato una superficie perfettamente lucida e perfetta per tale scopo. Ho utilizzato il foglio di decals EagleCals' "Yellow Tailed D-9s" (EC#21) della Eagle Editions.

La colorazione della parte inferiore del velivolo con ali in metallo naturale e RLM 75; fusoliera in RLM 76; vani carelli e interni dei flap in RLM 02.

In questa fase del montaggio purtroppo ho spezzato una gamba del carrello. Dopo un primo attimo di panico e molti ripensamenti, mi sono affidato ancora una volta alla grande duttilità e solidità del rame, un metallo veramente meraviglioso.

Ho fissato un perno di rame nell'alloggiamento originario ; quindi ho forato la gamba del carrello. Non incollando il carrello al vano ma solo al perno ho potuto ricreare la sua giusta inclinazione.

A questo punto sono passato allo splinter della parte superiore del velivolo.

DETTAGLIO MOTORE E INVECCHIAMENTO

Questa fase è sicuramente quella che prediligo. Il modello è pressochè terminato, colorato e arricchhito con le sue decals. Il più è fatto. Sembra vero!! In realtà questa fase è anche la più difficille e complessa: è quella che determina la "riuscita" del modello, che delimita la sottile linea che separa il giocattolo dal capolavoro. Ho iniziato dal vano motore. Il meraviglioso Jumo 213A con i suoi 12 cilindri rovesciati, naturalmenta la fa da padrone, conquistando immediatamente l'attenzione dell'osservatore. Qui bisogna lavorare a fondo e soprattutto studiare molto le immagini presenti sia su internet che su i testi sacri: il Walk Around n°10 della Squadron Signal e l'Aero Detail. Ho iniziato aggiungendo inferiormente gli iniettori e le tubazioni del carburante, i cavi di accensione e tutti i cavi elettrici nonchè le tubazioni dell'impianto di raffreddamento. Ho utilizzato a tale scopo, fili di rame sagomati opportunamente e di differenti diametri. Per unire i fili di rame al motore invece di fare dei forellini nella resina ho tagliato delle sottilissime fascette di caucciù ricavate da quei tubicini che vengono utilizzzati per far aderire il filo da pesca ai galleggianti.

Visione inferiore di uno Jumo 213A originale

Il motore dell'Aires in via di dettaglio
Il risultato mi è sembrato gradevole. Il caucciù con un comune cianoacrilato si incolla istantaneamente sia alla resina che al metallo, in questo modo il lavoro è molto semplificato. Nei negozi di pesca si possono trovare bobine di tubicini di differenti diametri che possono essere usati per molti scopi. Come si può vedere dalle immagini gli stessi tubilcini possono essere utilizzati per imitare ogni genere di condotto.

In qualche giorno di lavoro e seguendo gli schemi indicati dalle numerose immagini originali di questo motore, ho aggiunto tutte le varie tubazioni che una volta colorate con lo splendido nero opaco della life color hanno dato al modello un aspetto veramente molto realistico.
Una volta finito di dettagliare il motore ho iniziato a verniciare e assemblare i dettagli minori: le varie cofanature, le antenne, la scaletta di bordo retraibile... Quando però mi sono apprestato a montare i cannoni alari non

ho potuto fare a meno di pensare che sarebbe bastato poco per aggiungere un pò di dettaglio anche a questa sezione. Mi sono procurato un tubicino di ottone ed uno di plastica di opportuno diametro e sulla base delle dimensioni dei cannoni originali li ho inseriti uno dentro l'altro fino ad ottenere una replica molto realistica dell'armamento alare per di più dotato di canne forate. Una volta colorato con l'ottimo gun metal della Gunze e montato il tutto vi assicuro che l'effetto è assicurato ed il vostro modello assumerà un aspetto molto più minaccioso.
Nelle immagini qui a fianco è possibile apprezzare la progressione della creazione delle armi alari paragonata al modello fornito con il kit, dai tubicini grezzi, al semilavorato fino alla verniciatura finale. Un lavoro semplice ma di grande effetto finale

Una volta assemblati i cannoni alari sono passato alla fase successiva, che devo dire io prediligo. L'nvecchiamento. A me piacciono gli aerei usurati, invecchati dalle ore trascorse in volo o sugli spazi erbosi degli aereoporti. Chiunque ha avuto a che fare con le foto originali dei nostri amati velivoli sa che in che condizioni reali questi fossero. Cerco sempre di ricreare nei miei modelli questa patina di vissuto, di operatività; anche se spesso è difficile trovare un equilibrio tra realtà, gusti personali e necessità oggettive di giudizio generale. Le riviste modellistiche e i forum "post-mostre" sono praticamente invasi da modellisti che si scannano su questa argomentazione, quindi la problematica è senza dubbio spinosa. Io personalmente seguo principalmente il mio gusto soggettivo: gli aerei operativi originariamente erano in condizioni spesso disastrose e quindi cerco di ricreare tali condizioni tenendo conto della scala del modello, delle esigenze fotografiche e di valutazione visiva da mettere in relazione ad esempio alla pubblicazione di un articolo o alla partecipazione ad una mostra modellistica.